giovedì 12 marzo 2020

Dove devo saltare ?

Bisogna saper ricominciare da capo, anche dalla tecnologia. Soprattutto quando devi comprare un nuovo cellulare, dopo che ti hanno rubato quello che avevi.
Non dico che c'era il "mondo" in quell'esserino fatto di metallo e circuiti elettrici, il mondo è una cosa seria, più di un cellulare, ma in realtà ci mettiamo una parte del nostro mondo.  Contatti, foto, agenda, films, video, messaggi, ecc...ecc...Diventa una parte di noi che non riusciamo a farne a meno, purtroppo! 
Ora, come sia stato rubato il cellulare, questo è un punto serio e "drammatico", che cerco di raccontare come una barzelletta, ridendoci su e sdrammatizzando la situazione. 
Alcune settimane fa, durante il periodo di carnevale, ho subito un assalto, come si dice qui...cioè sono stata derubata da parte di un tizio che mi ha puntato un'arma contro, non una di quelle giocattolo, ma una pistola vera. Ero nell'isola di Mar Grande dove si trova la Trindade do Mar e dove vive una piccola comunità della Trindade. Era mezzogiorno e stavo aspettando che mi chiamassero per il pranzo, ero fuori in giardino, cercando di incontrare un punto dove potessi collegarmi ad internet, perché in casa non prende. La casa è una piccola chiesa abbandonata, situata in una zona isolata. É un posto che amo, sacro, dove cielo e terra si incontrano, mischiando il colore azzurro di entrambi. Bellissimo!
Ad un certo punto ho sentito una presenza alle mie spalle e mi sono girata trovandomi di fronte un tizio che mi puntava una pistola ad altezza pancia, chiedendomi di dargli il cellulare. Dopo un piccolo grido di sorpresa, perché non é da tutti i giorni che ti ritrovi uno che ti punta un'arma addosso, gli ho consegnato il cellulare.
Non contento mi ha chiesto, pure, di consegnargli i soldi, ma non avevo nulla con me e più di una volta gliel'ho ripetuto, convincendolo della veridicitá delle mie parole e dalla mia espressione facciale. Di fronte all'ennesimo  "non ho nessun soldo con me" con una mimica più che convincente  ha capito che era vero, invitandomi a saltare il muretto dove mi trovavo e ad andarmene. Ora, il muretto era una piccola altura, con in basso la spiaggia, niente di eccezionalmente alto, solo che non riuscivo a capire dove dovevo saltare, mentre la casa era dalla parte opposta. Lì, dialogando più con la pistola che non con lui, perché in una situazione così, il tuo sguardo rimane fisso sul quel piccolo buchino nero, da dove può uscire il proiettile, gli ho chiesto: " ma saltare dove?" "Dove devo saltare...abito qui ". Il tizio non si aspettava  le mie interrogazioni,  di solito uno in una situazione di questo tipo fa e basta, ma la paura di una caviglia che non reggeva il salto mi ha portato ad interrogare colui che mi stava derubando. Se non che di fronte alle mie domande, la risposta finale: "salta se no ti do un tiro" che significa ti sparo....sticazzi!!!
Ho saltato sì, con un salto imbranato, ma seguito dalla volontà di chi me lo ordinava. Subito dopo il mio salto, l'assalitore si é messo a correre della parte opposta ed é scappato. 
Io correvo da una parte e lui dall'altra. Che situazione!
Vedendo la scena, sono subito corsa in casa e ho raccontato l'accaduto, con un cuore in subbuglio. Ecco, così é andata, ma la Vita é restata,  la mia! Piano piano nei minuti successivi ho realizzato la cosa metabolizzandola, senza nessun trauma o paura. Me la sono fatta scivolare addosso, ridendoci sopra sul: "scusa, ma dove devo saltare?". In realtà il tizio non voleva farmi del male, solo il mio cellulare, cosa che ho prontamente dato e bisogna fare cosí, senza opporre resistenza. Una cosa é certa, che quel buchino nero non te lo scordi,  chiedendoti se uscirà da li quel proiettile che può porre fine alla tua vita. Ma é passato, è andata e sono ancora qui in questa vita meravigliosa, che amo tanto. Essere assaliti, qui in Brasile, è pane quotidiano,  è normale,  anche se non  dovrebbe esserlo, ma l'indice di violenza é alto e purtroppo colloca questo paese tra i più violenti  del mondo. È una triste piaga sociale, che porta lacrime e dolore in molte famiglie. 
Nel pomeriggio per festeggiarmi e anche perché lo avevo promesso,  ho fatto due torte.. due!!!
Grazie Vita.