martedì 19 maggio 2020

 C'è un modo di dire, in Italia, che dice: Datti all'ippica!
 Che significa che non sei bravo nell'attività/arte che stai facendo e che è meglio fare un'altra cosa.
Ebbene, io non mi do all'ippica, perché ho scoperto che nella mia passione per le foto, ancora in erba, sono bravina e che mi posso divertire inventando e creando. Ci sono applicativi che aiutano in questo percorso e che possono migliorare il tuo click! 
In questo tempo di tempo a disposizione ho iniziato a muovere i primi passi nel creare le mie immagini e a giocarci dentro. Sono tutte foto scattate da me e reinventate nei colori e effetti a disposizione.

Henrique Junior



Bom dia!! Il mio risveglio

In cucina

Che fine ha fatto Baby Jane?....Antonio

Preta
  
Cactus love!
baby shark! Costruito da me

libertà, la cosa più preziosa





















la fantasia è un ingrediente bellissimo!








......proprio così, la fantasia è un ingrediente bellissimo e pieno di sapore!

mercoledì 13 maggio 2020

Percezione del tempo: immobile

Sembra che il tempo si sia fermato, sembra.
I giorni passano, per es. sai che è lunedì, martedì, mercoledì, giovedì...ecc...ecc.., ma allo stesso tempo, tutto ti sembra immobile, che non scorra, a differenza del dito che fai scivolare dolcemente sul calendario. Questo isolamento sociale, perché è veramente un isolamento, ha completamento bloccato il tempo...il tempo del "fare" e dell'incontro con gli altri, per questo mi sembra di vivere  un apparente "immobilità". Il tempo che si vive ora è dentro un luogo fisso, le persone che si incontrano, ora, sono quelle che abitano con te e giorno dopo giorno c'è una quotidianità che ha il sapore della ripetitività e del desiderio di altro. All'inizio della quarantena si contrastava la routine con idee creative e originali, fuori dall'ordinario, proprio per non banalizzare il tempo e contenere il desiderio della "fuga".
Oggi si è un pò persa la voglia di creare e si è assuefatti all'abitudine dei giorni e delle cose, senza chiederti più quando se ne uscirà, per la paura di una risposta difficile da accettare. Tutte le mattine, salendo sopra uno scalino, guardo il mare, ho la possibilità di vederlo da lontano, solo non posso toccarlo, ne sentirlo, lo accarezzo con uno sguardo lontano che sa di nostalgia e attesa. Il mare, il suo colore, il suo canto, il suo profumo, mi ha sempre fatto stare bene e mi fa bene, lo aspetto, come aspetto il ritorno di altre cose che stavano costruendo i miei giorni e la mia vita. Forse ho una nota di pessimismo in questi miei pensieri, ma li lascio scorrere così come sono e li tiro fuori, accogliendoli così come vengono. 
Sarà che è iniziata, anche, la stagione delle piogge e piove, piove, piove di continuo...l'estate ha lasciato spazio all'autunno e all'inverno che verrà, sempre in infradito, ma con una nuvola in più e con quel frionzinho delicato, da pantalone della tuta. 
Aspettiamo, rimaniamo in attesa, io, come tutte le persone che vivono in comunità, con umori che sanno di sale e di zucchero, di risate e di sospiri, di pazienza e impazienza, di tedio e di abitudine, di scherzi e di silenzi, di preghiera e di candele, di film netflixiani e di segnale che se ne va: "noooo, proprio adesso!!!", di pioggia che bagna i piedi, perché le infradito non si tolgono mai...e di sole che si abbraccia quando torna. Aspettiamo che la quarantena finisca....aspettiamo!
In questa attesa c'è sempre una gran gratitudine: gratitudine perchè viviamo in uno spazio grande, gratitudine perché ci prendiamo cura l'un con l'altro, gratitudine perché possiamo celebrare in chiesa, la nostra casa, gratitudine perché nessuno si è ammalato, gratitudine perché nonostante tutto amiamo questa vita e le risate non mancano mai.

Siamo a  più di 10.000 morti in Brasile, con un collasso sanitario, in alcune zone, che porta ad uno sconforto e ad una totale indignazione. I casi sono in aumento con una alta velocità di trasmissione e con un presidente che se ne va in giro a fare comizi,  senza maschera. Tanti sono i morti anche qui e poche le possibilità di cura. C'è chi muore di Coronavirus senza saperlo, perché non sempre vengono fatti i test e quando si può è già troppo tardi. 

                                 
piove...piove...piove!








sabato 2 maggio 2020

O Brasil não pode parar...dicono!

"O Brasil não pode parar!" ...."Il Brasile non può fermarsi!"
Con questo slogan il presidente continua la sua linea su come affrontare la pandemia mondiale. Tutto deve rimanere tale e quale, uscire, lavorare, non preoccuparsi troppo, perchè è una semplice influenzina! (gripezinha)
Ebbene, il Brasile è il paese tra i più colpiti dell'America Latina, siamo a più di 5000 persone morte per causa del Coronavirus, con circa 400 morti ogni giorno. 
Stiamo entrando nella fase critica, dove si prevede che il numero delle persone infette e dei morti aumenterà. 
La preoccupazione maggiore è se gli ospedali pubblici saranno in grado di servire tutti i pazienti che avranno bisogno di letti in terapia intensiva e supporto di ventilazione meccanica e sinceramente ho il terrore di quello che potrebbe essere, forse così come è stato in Italia!
In Manaus hanno iniziato a costruire fosse comuni dove seppellire i morti. Ho ancora negli occhi le immagini di tutte quelle bare adagiate sulla terra. Penso alle famiglie di quelle persone, alle loro vite, al dolore che riempie il cuore. 
Il prefetto di Bahia ha emanato l'ordinanza di girare con la mascherina e ogni tanto passa una macchina con  l'altoparlante che comunica di stare in casa e dei pericoli del Coronavirus. Fortunatamente ci sono dei prefetti e dei governatori che la pensano in maniera diversa dal presidente! Graças a Deus!!! Molte idiozie escano dalla bocca di alcune persone e in particolare di una persona, che continua a minimizzare e banalizzare la realtà e di fronte al numero di morti in crescita fa spallucce e con un sorriso ironico si rivolge al paese e dice: " e io che ci posso fare?".
Come se non bastasse stiamo attraversando, anche, una crisi di governo. Il ministro della salute è stato dimesso, semplicemente perchè non in linea con le idee del presidente, era a favore dell'isolamento sociale e con le direttive dell'Organizzazione Mondiale della Salute, stava facendo bene il suo lavoro, ma niente...dimesso!!! In più si è dimesso, ma spontaneamente, il ministro della giustizia. Qui il discorso è completamente diverso dal Coronavirus, entriamo nel cuore del Brasile, del suo problema con la corruzione e abuso di potere. Si è dimesso in opposizione alla decisione del presidente di esonerare il direttore generale della polizia federale, che era stato scelto proprio dal ministro stesso. Si dimette un uomo per collocare un altro che possa preservare interessi e favorire situazioni che non minacciano chi ha sbagliato. 
Coronavirus, crisi sanitaria, crisi di governo...tutto questo sta creando malcontento nella maggior parte della popolazione, che sta iniziando a chiedere le dimissioni di Bolsonaro, con un elogio alla disobbedienza da parte della maggioranza dei governatori degli stati, che hanno deciso di boicottare la linea presidenziale di non rispettare la quarantena, sia di destra o di sinistra, si sono coordinati per lottare contro il virus.
Anche la CNBB, consiglio nazionale dei vescovi brasiliani, ha pubblicamente ripudiato le dichiarazioni del presidente, in favore della vita e di una leadership etica, audace e umanistica. Grande sconcerto e indignazione verso chi ha disprezzato la morte di migliaia di brasiliani morti per Coronavirus, classificandoli come persone di una certa età e già al capolinea della vita, alzando quelle odiose spallucce per dire: "è allora??? che ci posso fare?".
Che errore...che orrore!!! 
Stiamo navigando in questa situazione, qui in Brasile, stiamo lottando e resistendo in un clima di malcontento, vergogna e  lutto. 
"Le persone stanno morendo sole...sole...sole...sole..sole".
Una solitudine ripetuta 5 volte da un medico di Manaus, che disperato in una intervista ha dichiarato la sofferenza di chi muore per causa di questo virus e di come la scelta dei medici è così dura e difficile che porta a scegliere tra chi dover intubare e chi no....e le persone muoiono sole.

Noi continuiamo la nostra quarantena, è da più di un mese che non esco dalla Comunità. Pensando tra me e me, se tutto andrà bene, il giorno in cui potrò di nuovo camminare per le strade di Salvador, vedere il mare e usare la bicicletta, sarà un giorno in cui piangerò di gioia, accarezzando il vento tra le mani, fotografando con gli occhi i visi della gente, bagnando i piedi nelle acque di Yemanja....si piangerò di gioia!

Il Coronavirus sta iniziando ad entrare nelle nostre vite. Abbiamo ricevuto la notizia che il fratello di Lea e la zia di Matias, sono morti per causa di questo virus. Lea e Matias sono due ex moradores de rua che vivono in Comunità già da diverso tempo. Iniziamo a toccare con mano questa realtà, che non è più solo notizia da telegiornale. 

Una cosa bella e che sta accadendo é che si é creata una forte solidarietá tra le persone e noi ne siamo coinvolti. Stiamo ricevendo molte donazioni di alimenti e beni di prima necessitá, importanti in questo periodo, come sapone, guanti, maschere, disinfettanti. Le cose in più che riceviamo le doniamo a nostra volta, sia alle famiglie che abitano vicino a noi, sia ad altre associazioni o comunitá che si occupano di persone di strada o di chi ha bisogno. Questa solidarietá mette in circolo il bene e fa bene e sempre i brasiliani, in particolare delle classi più povere, aiutano e solidarizzano con chi é in difficoltá. Anche nelle favelas le famiglie si stanno aiutando a vicenda e i leader di comunitá avvertono sui pericoli del Coronavirus. Ciò che non fa il governo lo fanno le persone. Il cambiamento parte sempre dal basso.