sabato 19 settembre 2020

Pensieri

Essere Tenda, essere albero, essere rifugio dove riposare, dove essere accolti, dove poter parlare o condividere il silenzio. Abbiamo bisogno di qualcuno che sia tenda per noi e allo stesso tempo noi essere tenda per qualcuno altro. Quando non si ha questa tenda si è come smarriti o pieni di presunzione come se potessimo bastare a noi stessi, in realtà non ci bastiamo mai, perché  non possiamo completarci da soli, abbiamo bisogno dell'Altro, affinché il nostro "deserto" possa essere leve, meno duro, l'Altro come acqua che permette di dissetarci. Più permettiamo di accogliere, più questa tenda diventa grande, perché permette di far sedere chiunque, uno spazio dove tutti trovano spazio. 

Questo è uno dei tanti pensieri partorito nella mia ora di Silenzio pela Dor....oltre ad incantarmi nei disegni creati dalle  nuvole nel cielo, ci sono i pensieri a farmi capolino nella testa, come questo della Tenda. Mi chiedo se sono capace di essere Tenda, se lo sono stata o se ancora devo iniziare a mettere i paletti per creare le basi...forse la mia tenda è sempre  stata piccolina, per chi desideravo io. Quando ti misuri dentro una cultura diversa, quando impari ad uscire dalla tua zona di comfort, quando cammini su altri percorsi, capisci quanto grande o piccola può essere la tua tenda. A volte può essere una sorpresa sgradevole, a volte necessaria, per imparare a costruirla o imparare a fare spazio. E' necessaria questa zona di confronto, è necessaria la revisione di ciò che si è, per non rimanere immobili, fissi nei propri epicentri, capaci, al contrario di visitarsi e incontrarsi, con quella flessibilità che aiuta a capirsi dentro e fuori.

Di flessibilità qui ce ne vuole molta, convivo con persone che hanno problemi mentali, non tutti, ma la maggior parte, con caratteri forti e problematici, con anni consumati dall'alcool e dalla droga, vite vissute sull'asfalto o sotto un viadotto. Adesso che siamo in quarantena e che non si esce, la prossimità è ancora più forte, vincolante. Siamo noi, sempre noi, senza sbocchi di uscita, ci respiriamo quotidianamente e ci spalleggiamo, a volte dribblandoci quando gli umori diventano pesanti. Devo dire che siamo bravi a sostenerci a vicenda, mediando con chi ha più bisogno di mediazione, per sopportare il peso dei pensieri, creando risate e barzellette con chi ha un'anima più allegra e rispettando i silenzi di chi ha bisogno dei suoi spazi interiori. Bisogna essere Tenda per saper accogliere tutto questo e altro ancora. Bisogna fare spazio o lasciar cadere, essere impermeabili ai malumori degli Altri, decentrarsi dal personale e creare buone reti di protezione, quando cadere. La mia rete di protezione per ora è cercare un posticino per isolarmi quando sono de baixo astral...giù di tono, per ascoltare musica ad alto volume, con gli auricolari e cantare, oppure mi faccio strada dentro l'ironia, santa e miracolosa ironia, che aiuta sempre. Con l'ironia bisogna trovare dei buoni compagni per creare situazioni divertenti, che sappiamo accettare il gioco e lo scherzo. Qui ce ne sono, ognuno con la sua pazzia e particolarità. Difficilmente i brasiliani sono depressi, in particolare i bahiani amano fare festa e il clima giovale che questa porta. Le risate e le sit comedy aiutano, aiutano molto, anche se batte sempre il più grande dei desideri: quando si potrà tornare alla "normalità"? Che poi qui di normalità non ce ne mai stata...ma allora cambiando la domanda: quando potremmo uscire e respirare nuove presenze e riappropriarci delle nostre autonomie? Quando finirà questa quarantena...che di quarantena è diventa 40+ 40+ 40+40+20...siamo a 160 giorni.....

Andiamo Avanti!


Andiamo avanti...giocando e inventando!
Henrique Junior e eu!



 

domenica 13 settembre 2020

Così è da marzo....

 In questo periodo dell'anno, dall'alto dalla scalinata della chiesa, dove tutti i giorni, per un ora partecipo al Silenzio  Pela Dor, siamo quasi al sesto mese di Campagna iniziata, mi piace osservare questo cielo invernale fatto di  nuvole simili a panna montata, soffici come fiocchi di neve, che si incontrano con altre nuvole, ma nere e ben minacciose, gravide di pioggia. L'inverno, qui, non è fatto di maglioni, calze di lana, riscaldamento da accendere, sono ricordi che fanno capolino dall'altra parte del globo. Qui l'inverno è essenzialmente pioggia e vento, con una felpa che ripara al mattino e alla sera e dura poco...felicemente poco, mentre le zanzare durano sempre!!  Ho sempre amato i contrasti quando sanno amalgamarsi bene, esprimono le differenze della vita e la loro bellezza nello stare insieme. In questa ora di silenzio i miei pensieri accompagnano i movimenti lenti delle nuvole e i miei occhi apprezzano i disegni di un cielo artistico. Come cornice la brezza di un vento leggero e gentile.  Quando non ci sono troppi  container che occultano la vista, perché abitiamo vicino ad un porto commerciale, si riesce a vedere  uno stralcio  di mare e a percepire la bellezza della sua quiete, uno specchio azzurro baciato dai raggi luminosi del sole. Che nostalgia del mare, che nostalgia di Salvador, del suo centro storico, dei suoni della banda di Olodum, che riempiono le strade assieme ai ritmi dei danzatori di capoeira, energia buona, battiti di vita che pulsa in questa città....nostalgia di viverti Salvador, nostalgia di te affascinante città, mistura di culture, religioni, di echi africani, di sapori, di colori, saudade de te!

Siamo  in quarantena da marzo..... il numero di morti è arrivato a 131.000, con un numero di contagi che sale a 4.315.858.  Stanchi di una situazione che sembra non arrivare ad una fine, stanchi di una noncuranza politica incapace di affrontare questa crisi, incapace di creare buone prevenzioni, di dare il buon esempio, di informare correttamente. Sembra che tutto sia normale, che tutto può procedere tranquillamente, con servizi televisivi che mostrano agglomerati di persone che si riversano sulle spiagge di Copacabana, senza mascherina, in una domenica soleggiata. Proprio non ci siamo! Questo paese è diviso tra chi appoggia il presidente, che banalizza la situazione e chi cerca di rispettare le consuete e buone regole di prevenzione. Se almeno ci fosse una maggiore coscienza nell'uso della mascherina, perché sarà da usare ancora per molto....per  molto!

Per quanto riguarda noi della Comunità, continuiamo la nostra quotidianità portando avanti i lavori di ogni giorno, chi si occupa del giardino, chi della cucina, chi della dispensa, chi nell'artigianato. Cerchiamo anche di creare nuove cose che necessitano, ma che erano rimaste in cantiere, come la ristrutturazione della chiesa....imbiancare e sistemare intonaci, sistemare tetti, varie manutenzioni. Occupare tempo, con momenti di ozio pomeridiani, aspettando la celebrazione della preghiera che inizia alle 18.30 e poi la cena. Ancora non possiamo uscire, se non alcuni di noi, ma per motivi importanti. La comunità è formata da un gruppo di  persone a rischio, 16 persone con esattezza e dobbiamo tutelarle, perché se qualcuno di noi prende qualcosa la passa facilmente a tutti, difficile creare separazione e o nosso povo, come chiamiamo affettuosamente le persona  che vivono qui, non riescono a tutelarsi e a tutelare.

Così è da marzo, con momenti di nervosismo che hanno caratterizzato i primi tempi, con abbandoni da parte di alcuni, con una quotidianità accettata, con la speranza di riaprire alcune situazioni. Sono 6 mesi vissuti qui....solo qui...con una vita che non abbiamo mai dimenticato di celebrare, fatta di compleanni, di feste, di ricorrenze importanti....e in mezzo quel Silenzio pela Dor che portiamo avanti con impegno e dovere. 

io ed Henrique Junior