mercoledì 20 ottobre 2021

Amata o Armata?


Notizia di oggi.

6 morti e 18 feriti all’alba di un nuovo giorno, durante un paredão nel bairro Uruguay, qui in Salvador.
Che cosa è un paredão, vi chiederete. Un paredão è una festa all’aperto, gremita di giovani, con casse musicali a volume altissimo, a volte con competizione tra chi mette il volume più alto, tanta cerveja (birra) e droga. 
Generalmente iniziano dopo le 21 di sera e finiscono all’alba o alle 7 del mattino
In Europa ci sono i rave party, qui ci sono i paredão, nelle favelas.
È impressionante vedere la quantità di ragazzi e ragazze che vi partecipano.
Dai 13 anni in su. Le danze sono i tipici balli funky con movimenti del corpo esplicitamente sessuali e le parole delle canzoni sono un tripudio al potere, denaro, violenza, sesso e droga.
Durante la pandemia non hanno mai smesso di esserci, questo fa capire di come i controlli sono del tutto inesistenti.
Anche nel mio bairro ci sono paredão e la notte diventa insonne.
Oggi la notizia.
Nel bairro periferico Uruguay, la festa si è trasformata in una strage.
La vittima più giovane aveva 16 anni e 18 persone sono state ferite con arma da fuoco.
Molto probabilmente la causa che ha innescato il tutto è stata una lite tra gruppi.
Rimango sempre colpita di fronte a queste morti e mi chiedo come è possibile che questi ragazzi abbiano accesso all’acquisto di armi, così facilmente.  
Come si può andare in giro con una pistola nascosta tra i pantaloni, come se niente fosse? E non sono solo pistole, sono anche armi più sofisticate, costose, addirittura mitragliatrici!
In questo paese si è permesso e facilitato l’acquisto, rivendicando il diritto di “difendersi” come se fossimo in un far west! 
Senza pensare che tutto ciò ha garantito un lasciapassare per l’armamento di gruppi criminali.
Si uccide molto facilmente in Brasile e le cronache di tutte queste morti vengono registrate come normalità di fatti quotidiani.
Sempre riguardo al paredão, un uomo è stato ucciso da un giovane perché si era lamentato del volume alto della festa. Questo giovane dopo aver ricevuto le lamentele, è tornato armato dall’uomo e lo ha ucciso.
Si vive in una sorta di sottomissione al più forte, di chi comanda e detta leggi a suo piacere, di chi punta un arma addosso e ti obbliga ad avere paura.
Non ti lamentare, non replicare, fai finta di niente, non dire niente, è così che ti obbligano a vivere e che devi vivere, altrimenti rischi la vita!
Mi ricordo che in Italia, una mia collega di lavoro, che viveva in un paesino della Calabria, mi raccontava che nessuno poteva lamentarsi di cose poche trasparenti che succedevano. Tutti sapevano, ma nessuno denunciava, perché chi lo faceva non aveva più vita davanti.
Io rimanevo scandalizzata di fronte alle sue parole, ma ora, ora, capisco, perché qui è la stessa cosa.
Chi denuncia, chi cerca di mostrare un'altra verità, chi esprime un’opinione diversa, chi rivendica il diritto ad una oggettività evidente, non ha una vita facile, con il rischio di non averla più!
E’ sempre stato uno dei grandi problemi in America Latina, aver la “libertà” di parlare e denunciare, per lo meno qui in Brasile non è facile.
Ricordo gli omicidi dei difensori dei diritti umani, di chi denuncia contro abusi di potere o situazioni di ingiustizie, fino a semplici atti quotidiani, come esprimere un parere differente o far notare una maleducazione che non rispetta il vivere quotidiano degli altri.  
Molto difficile tutto ciò, devi scendere a compromessi con una realtà che è feroce, violenta, è forte e che non si cambia dall'oggi al domani.
È un compresso che a volte ti morde dentro e ti fa male, ti fa arrabbiare, ti ride in faccia, ma come proseguire in questo cambiamento in cui credi se non ci sei più!?
Allora penso a quanto sia importante educare le nuove generazioni, i bambini, i giovani a quanto siano importanti incontri di formazione per sensibilizzare su tematiche sociali e umane. Tutto a piccoli passi e con costanza, deglutendo le frustrazioni e gli insuccessi, facendo spazio, sempre, ai sogni e agli ideali, che rimangono accesi come fari nelle notti buie, molto buie.
Se non innaffi quotidianamente la tua speranza e il tuo ottimismo, rischi di non sopravvivere in una realtà così cruda che ti schiaccia sotto il peso della sua violenza.
 
Un deputato, che non cito di quale partito, ha pubblicamente insultato Papa Francesco e il vescovo di Aparecida, che il 12 ottobre, festa nazionale di Nossa Senhora Aparecida, aveva espresso questo pensiero nella sua omelia: 
“Una patria per essere amata, non deve essere armata. Per essere patria amata, deve essere una repubblica senza falsità e fake news, senza corruzione. Una patria amata con fraternità. 
Dove tutti si sentano fratelli per costruire una grande famiglia brasiliana.”
Una esplicita presa di posizione contro la legalità di armarsi e incitare la violenza, contro le disuguaglianze, così nette ed evidenti in questo paese, contro le discriminazioni e le tante fake news che insabbiano questioni importanti e vitali (vedi importanza delle vaccinazioni e cura Covid).
Questo deputato, fedele sostenitore del governo, non si è risparmiato di nominare il vescovo e il Papa come di vagabondi e male che deve essere estirpato.
Parole forti e violente che ancora una volta dimostrano la mancanza di dialogo e rispetto, che fa da cornice in questa società, generando solo conflitti.
Quanto odio che si crea, quanta difficoltà di saper accogliere verità e critiche.
Si va avanti per distruzione e non per costruzione. 
Si difendono i propri interessi in ruoli pubblici, che dovrebbero esistere per difendere e salvaguardare il bene della popolazione.
 La Res publica, la cosa pubblica, é diventata  casa di privati e pochi eletti che mantengono i loro privilegi, eliminando e aggredendo chi tenta di ostacolare il loro dominio e la loro prepotenza.
Le parole di questo vescovo hanno messo in luce la priorità che manca nella politica attuale, ossia, saper amare e non armare.  
Questo aiuta a far crescere un paese, la forza dell’amore e non delle armi, della solidarietà e della fratellanza, dell’inclusione e non dell’esclusione, della verità e non della menzogna, di politiche pubbliche che siano a difesa della Vita e per la Vita, di tutti!
Vivendo in una periferia di mondo tocco e vedo con mano le disuguaglianze che marcano la vita di tante persone. 
La pandemia ha peggiorato le cose, l'economia non sta andando bene, ci sono molte famiglie che stanno passando la fame e situazioni di precarietà che portano molte mancanze.
 I prezzi alimentari si sono alzati, così come le bollette di luce e l'acquisto del gas. Ci sono persone che fanno la fila fuori di alcuni supermercati, per prendere gli scarti di osso dalle macellerie. La carne sta diventando un lusso e chi veramente non ha un reddito sufficiente, ricorre a questo: fare la fila per ricevere un osso!
Stanno iniziando a vivere per strada, anche famiglie. 
Più di una volta mi é capitato di vedere sui cigli dei marciapiedi, materassi per terra con bambini e madri. 
Povera Patria, pensando ai versi della canzone di Battiato, schiacciata dagli abusi del potere,
di gente infame che non sa cosa é il pudore.
Questo paese devastato dal dolore.
Ma non vi danno un po' di dispiacere 
quei corpi in terra senza calore?

Altra notizia, di questi giorni, è che è stato assassinato per strada lo scrittore che aveva scritto un libro sopra l’omicidio di Marielle Franco. Si chiamava Leuvis Manuel Oliveiro, aveva 38 anni. Nel libro metteva in luce una possibile relazione tra milizia e morte di Marielle. Si era apertamente schierato contro questo governo.
 
In questo mese di ottobre, ancora da concludersi, sono state registrate 95 morti assassinati, in Salvador e regione metropolitana.  Sparatorie tra gruppi criminali, esecuzioni, assalti. Anche nel bairro dove lavoro ci sono stati diversi episodi di sparatorie, con giovani morti. Questa violenza é in crescita e fa male, molto male.
 
Una Patria deve essere Amata e non Armata!





 



 
 
 
 

martedì 17 agosto 2021

Cucire vite

 

Abbiamo la macchina da cucire!!
Finalmente l'ho comprata e grazie ad una donazione ricevuta dall'Italia. Grazie!
Con una macchina da cucire si possono inventare tante cose, imparare, creare borse, vestiti, tappeti, ecc..ecc..
Sta ora al piccolo gruppo di artigianato sfruttare questa occasione e mettersi al lavoro.
Lo strumento c'é, bisogna saperlo utilizzare e adoperare, perché dia buon frutto. 
Sono contenta di questo acquisto, perché il gruppo di artigianato, nato in tempo di pandemia, é un piccolo toccasana per le donne che vi partecipano e per l'interesse che le accomuna. 
Imparare a creare mettendo insieme pezzi di stoffa, panni, cucendoli e abbinandoli insieme. 
Abbellire bottiglie o vasi di vetro, fare tappetti o oggetti per la casa con una piccola nota di soddisfazione che dice: " L'ho fatto io!".
La creazione parte sempre dal "niente", dal poco, per poi rivelarsi, strada facendo, un risultato che sorprende.
In un tempo in cui bisogna sapersi arrangiare, mettere insieme cose che potrebbero essere scartate, buttate, che invece possono essere utili per creare e far nascere qualcosa di nuovo, é una vera soddisfazione, con la convinzione che tutto serve e si può riutilizzare o trasformare. 
Mi piace la frase che dice: Cucire vite, perché questo piccolo gruppo, ha questa funzione. 
Mentre cuci una stoffa con un altra stoffa, é come se cucissi, metaforicamente parlando, una parte di te. Perché quel pezzettino di panno, tagliato e abbandonato, che non serve più, é in realtà una parte della tua anima ferita che cerca di aggiustarsi e cucire strappi causati dalla vita. Si cuciono le ferite, i ricordi e quelle emozioni lacerate, ma ancora buone, che possono essere rammendate per andare avanti e ritrovare forza. 
Ogni donna che partecipa al gruppo ha la sua storia e crea quella magia di aiutare a "cucirsi" insieme, parlando e collaborando. Mettendo idee e pensieri. 
Questo é lo scopo del gruppo, ed é per questo che é nato e che difendo la sua esistenza. Spero che possa crescere, in futuro, dando la possibilità ad altre donne di aggregarsi e farne parte. La pandemia ha limitato molto e purtroppo anche lo spazio che abbiamo a disposizione, da dividere nel pomeriggio con i bambini del rinforzo scolastico, non permette grandi numeri, ma io, come sempre, sono fiduciosa e già contenta per come sta andando. Essere positiva é il mio ago e filo che da resilienza agli strappi quotidiani, quelli che la realtà e le contingenze ti offrono quotidianamente. Ma sono una idealista e mi piace "cucire" le mie idee e i miei sogni in questo modo. 

In questi giorni una signora che partecipa al gruppo e che non é nelle foto, che ho postato in basso, Marilene, é in ospedale. 
Marilene vive da sola, dopo un matrimonio finito male, con un marito che sempre la picchiava e maltrattava. 
Nella sua storia c'é anche la perdita di un figlio, ucciso in carcere. Regolamento di conti? Vendetta? Nessuna spiegazione, solo un corpo di un giovane di 25 anni ritornato a casa per essere seppellito. 
Che strappo grande deve rimanere nel cuore di una madre! 
Marilene sta imparando a leggere e scrivere, perché quando era giovane non lo hai mai fatto. Quando abbiamo tempo, mi chiede di aiutarla a fare i compiti che deve consegnare a scuola (scuola serale per adulti) e con piacere ci sediamo vicine e insieme affrontiamo lingua portoghese, matematica, storia....
Sono esercizi molto semplici, ma il mio concetto di semplicità é diverso da quello di chi lo affronta per la prima volta e con pochi strumenti. 
Con pazienza aspetto che la matita di Marilene scorra tra le lettere, per riconoscerle e scandirle con la voce, per unire, poi, la mia voce alla sua, ogni qualvolta che inciampa in qualche sillaba che le complica la lettura. 

Marilene, Evani, Maria Lucia, Yanna, Isabel, Dalvinha sono le protagoniste del gruppo di artigianato, che ogni giovedì pomeriggio con ago e filo e ora una macchina da cucire, danno vita a piccole rinascite e nuove creazioni, materiali e allo stesso tempo nel loro percorso emotivo, perché la vita é un continuo strapparsi e rammendarsi.







martedì 3 agosto 2021

Brongo

 

Riprendo a scrivere dopo tre mesi.

Mi faccio coraggio e cerco di aiutare le parole a prendere forma, sopra una pagina bianca, che mi obbliga ad uscire da una latitanza temporale, che ha lasciato i lettori di questo mio blog, pochi, ma buoni, in attesa di ritornare a leggere “A piedi nudi!”

Le attività stanno andando avanti. Procede il rinforzo scolastico per i bambini, abbiamo accolto due nuove bimbe, Yanna e Aylla.

Yanna ha un problema ad una gamba che non le permette di camminare bene, questo è motivo per lei di tristezza e insicurezza. Ogni volta che deve affrontare la salita che la conduce ai gradini della scalinata, per arrivare a casa, è una fatica immensa.  Mi fa tenerezza vedere trascinare il suo corpo, già appesantito dai chili che le tolgono il fiato e da una gamba che è completamente piegata e segnata da una grande cicatrice. Quando mi ha detto che voleva partecipare al corso di artigianato, perché è bravissima con ago e filo, ho voluto fortemente che ne facesse parte, non importa se ci sono solo donne adulte, per lei fare qualcosa che la rende occupata per alcune ore e che possa aiutarla a tirare fuori creatività e fantasia è importante. Così il giovedì viene al corso e il lunedì, martedì e mercoledì al rinforzo scolastico. 
Aylla, invece, ha 8 anni e ancora non sa leggere e scrivere. A mala pena ricorda le lettere dell’alfabeto! 
È vero che sono due anni che la scuola è chiusa, ma prima…? Cosa è successo che non si ricorda più l’alfabeto?? Come già ho raccontato, sono bambini che non hanno nessuna guida a casa, non sono seguiti e aiutati, in particolare nell’educazione scolastica. La maggior parte del tempo la passano davanti la tv, il cellullare o bighellonando per strada. Sono tanti i bambini in queste condizioni, con una gran fatica nel ricordarsi le cose o con poca voglia di rimettersi sui libri. Io stessa devo penare per fare un ora e mezza piena di studio con loro, perché la voglia di giocare e scherzare scalpita dopo quei 10 minuti di inizio lezione. Ma sono troppo indietro e dobbiamo tentare di recuperare un po’. Una cosa che mi ha lasciato basita è che i bambini passano di anno in anno a scuola e nei livelli successivi, anche senza sapere bene le cose. Così vanno avanti con lacune che rimangono vuote e senza base. Per arrivare ad un diploma che fa acqua da tutte le parti e che non permette, poi, di passare il test per accedere all’Università.
La scuola pubblica è proprio un disastro, ma è quella che le classi povere o con difficoltà possono permettersi, continuando una catena che ghettizza, esclude e permette al potere delle classi più forti e benestanti di continuare ad esercitare la propria prepotenza e autorità. È un sistema che premia i più forti e punisce i più deboli, aumentando i divari sociali e territoriali.  Chi è favela continui ad essere favela! Perché è così che si vuole qua! 
Quando succede, poi, che il figlio di un lavoratore di classe povera, nero e favelão, riesce a laurearsi, ecco che scatta la notizia sui giornali, sui social, come se fosse una cosa rara e speciale, mentre dovrebbe essere un diritto di tutti studiare, laurearsi e non una cosa per pochi o per chi ne ha le possibilità.

La situazione Covid sta migliorando, il numero dei morti sta diminuendo, anche se continuano i contagi. Le vaccinazioni stanno aumentando e diversi stati brasiliani hanno accelerato la distribuzione dei vaccini. Poi c’è tutto un altro mondo parallelo, fatto di corruzione, lucro e vaccini scaduti che vengono somministrati. Non si riesce mai ad uscire da questo orrore che il sistema, gli interessi privati, l’egoismo, la non curanza, crea!

Io ho ricevuto la prima dose del vaccino, Astrazeneca. In agosto farò la seconda, fino ad allora, speriamo di cavarmela, anche perché ho iniziato a non rispettare più le distanze sociali.  Mi approssimo molto ai bambini, non riesco ad essere distante e mi lascio toccare da loro, prendo l’autobus, quando prima andavo solo di Uber e mi siedo accanto alle persone. A dire il vero, le distanze sociali, in particolare nelle periferie, non hanno mai funzionato bene. Mi ricordo che tempo fa, nel periodo “caldo” della pandemia, quando andavo a fare la spesa, mi ritrovavo spalla a spalla, con chi faceva la fila per pagare alla cassa.  All’inizio mi preoccupavo e mi infastidiva questa cosa, ora vivo con meno paranoia, cercando sempre, però di stare attenta. Sarà che il vaccino ha rasserenato un po’ tutti, innalzandolo come baluardo della “speranza”. Al contrario, la mascherina è diventata la mia inseparabile compagna. A dire il vero non la sto sopportando più, ma so che è meglio continuare ad usarla. Il mondo senza mascherina mi sembra un pallido ricordo, questi due anni di pandemia hanno segnato molto, un iniezione di cambiamenti, riflessioni, gesti, ansie, che hanno rivoluzionato la nostra quotidianità. Io spero che tutto questo abbia insegnato qualcosa e soprattutto a capire come le piccole cose della vita sono le più grandi e più significative. Le ignoriamo così tanto che poi ne sentiamo una gran nostalgia e un gran bisogno di riappropriarcene di nuovo, ma con il giusto riconoscimento e la bellezza del loro valore.


Sto programmando di far partire il corso di karatè per bambini. 
Dopo i due gruppi manicure, uno per le adolescenti e uno per le donne, dopo il corso di artigianato e di Zumba, tutti ancora attivi e operanti, ecco in programma karatè per i bimbi e preadolescenti. Come sempre con le solite modalità, piccoli gruppi e uso di maschera. Devo dire che in 6 mesi sono riuscita a creare 5 gruppi, con pandemia di mezzo, fatta di pause, attese e limitazioni. 
Zumba sta funzionando alla grande! È molto amata e si è creato un gruppo whatsapp dei partecipanti. Tutte donne e molto animate. Da energia, migliora l’autostima, aiuta a gasarsi. Ma non è un gasamento che ti monta la testa, al contrario, è un gasamento che porta ad iniziare a prenderti cura di te, del tuo corpo, della tua salute e ad iniziare ad “amarti”. Molte donne del bairro, come avevo già scritto, soffrono di depressione, hanno una bassa autostima, un matrimonio fatto di tradimenti, di asimmetrie relazionali, dove l’uomo comanda e la donna “ubbidisce”. Tutto porta a trascurarsi, a non amarsi e ad una passiva accettazione delle cose. Zumba, che in apparenza potrebbe sembrare una cosa frivola, in realtà ha un valore terapeutico e di aggregazione. È danza, movimento e salute. L’istruttrice aiuta a dare, anche, consigli sulla alimentazione, incoraggia molto queste donne, a prendersi cura di sé, a non mollare di fronte a situazioni dure e difficili, che spesso hanno di fronte. È come io mi guardo che mi do valore! Così sia!
Viva il gruppo di Zumba! 

In questi giorni ci sono state sparatorie nel bairro. Viene chiamato di Brongo, ed è conosciuto come un quartiere di pessima fama. Droga, sparatorie, criminalità. Ci sono autisti di Uber che non vogliono entrarci dentro, perché derubati con arma, puntata contro.  È bruttissimo sentire gli spari nella notte, sono forti e tanti. Ti lasciano inquietudine e incertezza. Qui è zona di traffico di droga, di crimine organizzato, di guerra tra gang. La polizia quando entra nel bairro, entra con i finestrini della macchina tirati in basso e le armi puntate sulla strada, ad altezza uomo. Sembra di stare in guerra, orribile! Quando nel buio della notte, senti tutti questi spari, così vicini, con la paura di affacciarti alla finestra, senza sapere cosa sta succedendo, immaginando corpi sull’asfalto e sangue, tornare a dormire come se niente fosse, è difficile.

È una realtà dura quella delle favelas, delle periferie, ti scuote dentro, per tanta violenza e orrore in questa violenza. Non sono mai riuscita ad abituarmi, ne ad accettare come se fosse normale, perché non deve essere normale.  Altra cosa triste è che in Salvador ci sono molti assalti, in particolare sugli autobus. Ragazzi giovani, armati, che salgono sull’autobus e che nel mezzo della corsa tirano fuori l’arma e rubano le persone. 
Ora che ho iniziato a riprendere l’autobus, ogni volta che ci salgo sopra mi chiedo se tutto andrà bene. 
Anche perché sono stata derubata due volte….e non voglio pensare a quella frase che dice: “Non c'è due senza tre!”. 
F***!!!!!

Sono stata a trovare la Comunità Trindade, mi mancano e quando posso, vado a salutarli. Ho vissuto con loro un anno e mezzo, normale che batta la saudade e continuano ad essere per me, un punto di riferimento in questa Salvador che ancora devo esplorare, perché la pandemia ci ha messo del suo per bloccare questa "conoscenza", anche se devo dire che vivere fuori dalla Trindade mi ha permesso di conoscere di più la realtà bahiana e quella delle sue periferie, fatte di ferite, cicatrici, demoni, angeli e di una umanità complessa e straordinaria. Di sicuro i miei occhi hanno imparato a cogliere nuovi sguardi e dettagli che appartengono al libro della Vita. Tutto ha il suo peso, ma tutto ha una sua meraviglia. 
La Trindade ha avuto casi di Covid, ma fortunatamente nessuno é stato ospedalizzato o in pericolo, questo perché tutti vaccinati. 
Il vaccino aiuta! C'é sdegno da parte di molti brasiliani, me compresa, per come questo paese o meglio la politica di questo paese, non ha saputo affrontare la questione pandemia, rallentando l'uso del vaccino. Il Brasile ha molti morti sulle spalle, morti che forse potevano essere evitati con una vaccinazione. Il 2022 sarà l'anno di nuove elezioni presidenziali e forse di un cambiamento! 
 


 



Zumba!






Attività di rinforzo scolastico

Mi sono molto affezionata a questi bimbi e spero di essere una piccola goccia d'acqua nelle loro vite, che possa aiutare a far germogliare! 






Corso di manicure

Yanna


corso di artigianato




 

 

 


martedì 4 maggio 2021

Ricominciare

Siamo ripartiti, in qualche modo. 
Nonostante continua la pandemia, con la speranza di una accelerazione nella distribuzione dei vaccini, abbiamo ripreso alcune attività rivolte ai bambini e giovani del progetto Conexão Vida. Io e Leleo, collega e amica del progetto, abbiamo deciso di riprendere con il rinforzo scolastico.
Piccoli gruppi, piccoli numeri, ma pronti per ritornare attivi.
Da lunedì al venerdì tutti i pomeriggi ci dedichiamo ai bimbi dai 5 ai 8 anni, con l'aggiunta di qualcuno di più grande, rimasto molto indietro con la scuola. 
Dividiamo il tempo giocando e studiando. Non vi dico la felicità di questi bimbi incontrandosi e giocando insieme, un po' meno per lo studio...né! 
Ma chiaro non si ricordano più cos'é la scuola e nessuno li segue. 
Tornare ad imparare e riprendere in mano un quaderno e le lettere dell'alfabeto, costa fatica e attenzione e non sono abituati a fare questo.
 Mi raccontava la nonna di una bambina, che il tempo della nipote é diviso tra televisione e cellulare, a volte fino a tarda sera e che di mattina la lascia dormire fino a mezzogiorno, per poi pranzare e ritornare davanti alla tv o cellulare. Quasi tutti questi bimbi non hanno dei genitori che li seguono e la realtà che li circonda non é delle più belle.
La maggior parte non ha un papà che vive con loro, le loro madri sono ragazze rimaste incinta molto giovani e i loro rispettivi partner sono ragazzi coinvolti in traffico di droga. Questi bimbi crescono in un ambiente dove la violenza, la prepotenza, il disinteresse, é la cornice della loro quotidianità. 
Chiaro non tutti, ma la base é sempre una grande mancanza di cura, situazioni di privazione, analfabetismo, disoccupazione, coinvolgimento di droga da parte di un genitore, assenza del padre, povertà culturale e materiale, contesto periferico di vita, dove si cresce considerando normale una sparatoria o scontro a fuoco con la polizia, dove si impara a riconoscere il suono di una arma, da quella di un petardo.
"Tia (é cosí che mi chiamano) quando c'é uno scontro a fuoco, corri o nasconditi da qualche parte...basta che ti abbassi!". Per loro vivere così é normale, io non mi ci sono mai abituata ai colpi di arma da fuoco, perché non deve essere normale!
Ci sono bambini che hanno difficoltà nell'apprendimento, non riconoscono le lettere, problemi di dislessia, di memoria o comportamentali, come K. che urla tutte le volte che non ottiene qualcosa e diventa aggressivo. Leleo sta cercando di aiutare la sua mamma, affinché K. possa essere seguito con un accompagnamento psicologico speciale. 
Noi non siamo specializzate per fare questo, ma possiamo essere attente e incamminare, per creare percorsi che possano aiutare e migliorare la vita di questi bambini, che é poi la finalità del progetto Conexão Vida. 





















Ho iniziato il primo incontro mensile con il gruppo adolescenti, che fanno parte, sempre, del progetto Conexão Vida.
Siamo partiti anche lì!
Il tema conduttore degli incontri mensili sarà.....l'Amore!!!! 
Suddiviso in queste tematiche: 
Amore per se stessi (accettazione di sé)
Amore verso gli altri (amicizia)
Amore per la famiglia (legami)
Amore per la Vita (rispetto e difesa per la Casa Comune)
Amore di Dio per me
Ogni incontro sarà accompagnato con una dinamica o gioco che verterà sul tema del giorno.
Quello che mi sta particolarmente a cuore é creare un momento dove questi ragazzi/e possano esprimere il loro punto di vista, possano parlare, esprimersi e capire che ci sono pareri differenti. 
Spesso imponiamo il nostro punto di vista e spesso non accettiamo quello dell'altro.
Imparare a rispettare e ascoltare che ci sono modi di pensare diversi é importante, per riconoscere la diversità, saperla accogliere e permettere che esista.
C'é una parte dell'Enciclica Fratelli Tutti, di papa Francesco che dice: " Un Paese cresce quando dialogano in modo costruttivo le sue diverse ricchezze: la cultura popolare, la cultura universitaria, la cultura giovanile, la cultura artistica e tecnologica, la cultura economica e della famiglia e la cultura dei media."
Se non c'é dialogo, ma solo monologhi...non si cresce!
La formazione di un pensiero "critico", che permetta di pensare, di creare domande, riflessioni, curiosità é spesso ciò che manca nella scuola. 
Montaigne diceva: "é meglio una testa ben fatta che una testa ben piena".
Come non dargli ragione quando si é di fronte ad un accumulo di saperi incapaci di trattare i problemi, di saper collegare e dare loro un senso!...Teste ben piene e non ben fatte!
Io mi auguro che questi ragazzi/e imparino a saper pensare, ma non per accumulare, ma per creare e ragionare, dialogare e trasformare. 
La finalità dei nostri incontri mensili, partendo da un argomento, ha questo obiettivo. Uscire dalla dipendenza televisiva del Big Brother Brasil (Sarebbe il Grande Fratello), staccarsi dalla dipendenza di cellulare e video Tik Tok....e forse avere il piacere di incontrarsi e parlare.

Un popolo che pensa ha sempre fatto paura al sistema, ecco perché é bene lasciarlo nell'ignoranza.


gruppo giovani in via di assestamento.


È iniziato, anche, il corso di artigianato....ci proviamo a farlo partire!!!
Ho avuto la disponibilità di Dalvinha, una signora della parrocchia  di Pau da Lima, di padre Jorge, responsabile della nostra struttura. Con Dalvinha ci siamo organizzate su il giorno in cui iniziare, siamo andate insieme a comprare i materiali necessari e cerchiamo di divulgare l'iniziativa. Principalmente sarà cucito creativo, con la realizzazione di creare tovaglie, tappeti, oggetti per la casa, per poi passare alla decorazione di bottiglie e altre cose. La fantasia non manca.
 Ci sono molte donne che mi dicono che hanno bisogno di "occupare la mente", ma non per aggiungere più problemi a quelli che hanno già, al contrario, per distrarsi, pensare ad altro, uscire di casa e creare qualcosa di carino e utile, che magari possono vendere per ricavare un piccolo reddito. La depressione é un male comune tra loro, non hanno un supporto dal proprio compagno, spesso sole e con la responsabilità della casa e dei figli. La linea é quella machista, dove c´é poco spazio per una realizzazione e valorizzazione femminile. Il loro percorso é dettato da un monotono e ripetitivo standard: casa, famiglia, famiglia, casa, dove i sogni rimangono dentro un cassetto o persi in chissà quali desideri mai realizzati, per paura, per poca stima, per poche possibilità, per pigrizia, per ignoranza, per sfiducia. Creare uno spazio dove ci si possa incontrare, parlare, scambiare idee e creare, é qualcosa di terapeutico e che può far bene, perché é al bene che si deve mirare....imparare a stare bene. Questo é l'obiettivo che spero riusciamo a realizzare, perché quel bisogno di occupare la mente, che molte dicono, in realtà é la rivelazione di un malessere e una richiesta di "aiuto".
Non abbiamo molti mezzi e la pandemia intralcia sempre molto, ma abbiamo deciso in accordo con padre Jorge e Leleo, che sono i miei referenti di lavoro e servizio, che potevamo ricominciare, con il rinforzo scolastico, per i bambini, con gli incontri mensili per i giovani, con l'avvio di alcuni corsi. Per ora artigianato e manicure per le adolescenti e donne del bairro.
Rocominciare, con maschera e alcool gel, piccoli gruppi, ma ricominciare.


 corso di artigianato 



corso di manicure con le adolescenti











 

domenica 11 aprile 2021

Pioggia...riflessione e comunicato stampa.

"Scende la pioggia ma che fa 
crolla il mondo addosso a me
per amore sto morendo."

Questo era il ritornello di una canzone di Gianni Morandi che mi viene sempre in mente quando piove. 
E in questi giorni, piove, piove molto. Il cielo continua ad essere tappezzato di nuvoloni grigi, ben minacciosi. 
E il mondo in un certo senso "crolla",  qui in Salvador, soprattutto in alcuni barrios, perché si allaga tutto ed é un vero disastro.
Le strade diventano piscine di acqua sporca e fognaria, le macchine e gli autobus diventano "barche" su cui viaggiare con una velocità di lumaca. Si blocca tutto, é veramente rischioso e poco pratico camminare e guidare per strada. 
Sembra di essere a Venezia dove al posto delle gondole ci sono le macchine. 
Neanche le scarpe da tennis ti salvano, perché la quantità di acqua per strada é così grande che ci fai il bagno completamente...calze e scarpe complete. 
Meglio gli infradito, così camminando i piedi si possono in qualche modo asciugare, ma poi quando arrivi a casa te li devi lavare bene, perché é tutta acqua che fuoriesce dalla fogne. 
Ieri irmã Cleliangela, che insieme alla sua comunità di suore vive nel bairro da Paz, di Salvador, ci ha fatto sapere delle condizioni del bairro e di molte famiglie che si sono viste case e abitazioni completamente allagate. I vigili del fuoco hanno aiutato a mettere in salvo alcune persone, utilizzando piccole imbarcazioni. 
Sono quartieri poveri e quel poco che le famiglie hanno se lo vedono portare via dalla pioggia. Salvador non é una città che sa gestire queste forti piogge, veri e propri nubifragi, non ci sono buone reti fognarie, le strade sono irregolari e i quartieri poveri sono case precarie, con infrastrutture precarie. Un vero disastro!
Quando piove io in caso devo collocare secchio, pentole, recipienti in zone dove entra l'acqua, perché il tetto ha dei buchi e i goccioloni creano pozzanghere nel pavimento, ma tutto gestibile, fortunatamente in questo quartiere siamo fuori dalla sventura di quello che é successo nel bairro da Paz e con molto dispiacere penso alle difficoltà di chi é costretto a dover ricominciare tutto da capo e a recuperare quello che ha perso.  
Riporto alcuni link che si possono andare a vedere per capire cosa significa quando piove....qui in Salvador!

https://globoplay.globo.com/v/9421385/
https://g1.globo.com/ba/bahia/video/chuva-forte-alaga-regiao-do-bairro-de-periperi-em-salvador-9420951.ghtml

Vorrei portare una piccola riflessione, che é da tempo che mi gira intorno, una riflessione opinabile e discutibile.
Mi é capitato di leggere, da qualche parte, ora non mi ricordo dove, che il classico modo di dire: "Siamo tutti sulla stessa barca", non é del tutto corretto.
Ossia....non é vero che siamo tutti sulla stessa barca, ma siamo tutti sullo stesso mare. Perché non tutte le barche sono uguali, c'é chi ha a disposizione uno yacht, chi un gommone, chi una barchetta, chi una zattera, per dire che non tutti hanno le stesse possibilità per dimenarsi in questo mare, dove tutti ci troviamo.
Il mare é lo stesso, ma le possibilità, i mezzi per salvarsi e stare a galla sono diversi. In effetti se penso a qui e in altre parti del mondo dove le possibilità non sono uguali per tutti, dove le ingiustizie sono ben palpabili e concrete nella vita di tutti i giorni, che riconosco quei brandelli di zattera dove ci si aggrappa per non affogare. Chiaro che questo é un altro modo di vedere e interpretare la frase "siamo tutti sulla stessa barca", si parte dal punto di vista dei mezzi a disposizione, ma mi é piaciuto questo rovesciamento di prospettiva, perché é una verità che ci azzecca ed é un modo di vedere le cose da un altro punto di vista. 
Viva la diversità e la differenza di pensiero, é così difficile mettere sul tavolo prospettive diverse, idee diverse, modi di pensare diversi. Trovo bellissimo chi impara a prendere in considerazione cose che gli sfuggivano o che accetta che l'Altro possa aiutarlo a pensare. Siamo così chiusi nelle nostre convinzioni che a volte, inconsciamente, vogliamo che gli altri la pensino come noi o ci sentiamo sempre dalla parte del giusto. Imparare a destrutturarci é un bellissimo apprendimento, costa fatica, ma apre gli orizzonti e fa star bene, perché aiuta ad uscire dall'ottica della prepotenza e a scomporre le nostre rigidità. Tutto é importante per imparare a dialogare, incontrare e creare pensiero critico.
Parliamo, ma non sappiamo dialogare e dialogare significa prendere in considerazione ciò che l'Altro dice, anche se diverso da noi. 
La missione aiuta a destrutturarti, sempre, se ti lasci destrutturare, perché tutto parte dalla nostra volontà e a quanto vogliamo metterci in gioco in questa vita e ai suoi insegnamenti. 





                                         Elisangela e la sua musica....anche con la pioggia!


 " La vita non é aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia."
Gandhi


Ho letto un articolo sul giornale Folha de S. Paulo dove c'era scritto che l'organizzazione Medici Senza Frontiere ha divulgato una comunicazione che dichiara la situazione del Brasile come "catastrofe umanitaria" a causa di una incontrollata pandemia di Covid 19.
Medici Senza Frontiere fa un appello urgente alle autorità brasiliane perché riconoscano la gravità della situazione, che sta uccidendo milioni di brasiliani. 
Manca una volontà politica di forma adeguata che sappia contrastare l'avanzamento della pandemia, il numero dei contagi e l'aumento dei decessi. 
Nicolai Meinie, direttore generale dei MSF, dichiara che il ritmo delle vaccinazioni non é rapido o sufficiente per coprire l'80% della popolazione che ancora é suscettibile al virus, perché non vaccinato e perché non ancora contagiato. 
Il Brasile é il secondo paese dopo Stati Uniti d'America per maggior numero di morti. In Brasile sono morte 362 mila persone e infettate 13,7 milioni. Secondo Medici senza Frontiere il governo federale si rifiuta di adottare linee guida per la sanità pubblica, che da sola deve gestire situazioni di crisi, come mancanza di ossigeno e posti letto.
Il grande lavoro di prevenzione come distanziamento sociale, uso della mascherina e igiene deve partire alla base e nelle comunità, che purtroppo non rispettano le norme necessarie. 
Dopo un anno di pandemia ancora non esiste un' azione efficiente che aiuta ad arginare la situazione drammatica che il paese sta vivendo, oltre a questo, alcuni politici promuovono rimedi come hidroxicloroquina e ivermectina come panacea per Covid, smentite dalla comunità scientifica come efficaci contro il virus. 
Attualmente é vaccinato il 15,5% della popolazione con una dose sola, mentre il 5% della popolazione con la seconda dose. 
Sono testimone che di distanziamento sociale se ne fa poco e poco rispettato. Mi é capitato di entrare in alcuni supermercati per fare spesa e trovarmi in situazioni dove il metro di distanza era un optional o di prendere l'autobus e conviverci dentro con la paranoia Covid, perché affollato. Per questo quando posso, uso Uber, ma sempre mi metto nei panni di chi non può permettersi di pagare un Uber, di chi deve andare a lavorare e ogni mattina prendere un autobus strapieno!
Ma non sarebbe meglio far circolare più autobus, con uso limitato di passeggeri? Non si possono incontrare altre strategie? Perché sembra che tutto sia come prima, solo che adesso si va in autobus con la maschera, ma la quantità di persone é la stessa. 
Manca, manca il buon esempio politico, sì! 
Concordo con la posizione di Medici Senza Frontiere.
Andiamo avanti.