martedì 26 novembre 2019

Chikungunya!

Si incomincia con dolori alla schiena, poi alle gambe, poi in tutto il corpo...poi si ha freddo, poi caldo...poi la febbre alta.
E' così che sono iniziati i sintomi che mi hanno avvolta giovedì sera, mettendomi k.o!
Ebbene sì! Eccomi alle prese con il virus della chikungunya, perché pare che sia chikungunya, visto i sintomi e un focolaio qui in zona! In attesa di fare gli esami del sangue.
Quella simpatica zanzara che trasmette il virus, non ha risparmiato di pizzicarmi, lasciandomi nel sangue un ricordino fatto di dolori, febbre, debolezza e ancora, molti e molti dolori nelle articolazioni.
Ne sto venendo fuori...spero...oggi è il primo giorno che mi sento meglio, ma con una gran debolezza alle gambe e in me. Sono stata a letto per alcuni giorni, con una sensazione di noia e impazienza, guardando fuori un cielo azzurro e solare, mentre nel mio corpo regnava tempesta e nuvoloni grigi, con scariche di lampi e tuoni..i dolori articolari che si facevano sentire!
Ma non sono stata la sola ad ammalarmi, altri della comunità hanno rivelato gli stessi sintomi  e altre tempeste si sono sviluppate nei loro corpi.
I dolori alle articolazioni fanno veramente male. Perfino le dita delle mani!
Non avevo mai provato una cosa simile. Una sensazione di ossa rotte!!
Non devo dimenticarmi che vivo in un paese tropicale e che virus di questo tipo, come anche dengue, zica, febbre gialla e malaria (presente in zone amazzoniche) esistono e che bisogna stare attenti, senza dimenticarsi di usare un buon repellente e prevenzione nei luoghi in cui si vive.
Qui è pieno di zanzare e a volte sono così piccole che percepisci solo il suono, ma nessuna entità visibile agli occhi! Nei soggetti deboli questi tipi di virus creano problemi seri, possono essere causa di morte e complicazioni nel corso del tempo. Quando ho iniziato a stare male mi hanno chiesto di non dormire in chiesa, ma di usare la casina che c'è per emergenza. Ho assaporato di nuovo la bellezza di un materasso che accoglie il corpo, soffice e gentile con le nostre membra.
Questo mi ha permesso di riposare bene e dialogare con pazienza con la malattia.
Ma oggi, oggi che mi sento meglio, sono ritornata in chiesa e al mio vecchio cartone, riprendendo il mio posticino della notte. Non voglio favoreggiamenti o trattamenti esclusivi, per questo la decisione di ritornare a dormire per terra, così come tutte le persone accolte della Comunità....perché io in un letto e loro no? Perché se io mi ammalo posso dormire nella casina e loro no? Sono sempre stata contro le disparità, quindi, via la febbre, via il materasso, per ritornare al mio vecchio cartone e vicino agli Altri.

Sono due giorni che piove a dirotto. Piogge tropicali torrenziali, vere e proprie tempeste di acqua, molto forti. Quando piove così, tutto si ferma. Riunioni cancellate, autobus fermi, strade allegate.

Per strada l'acqua della pioggia si mischia all'acqua delle fogne, non esistono buoni rete fognarie e tutto trasborda, tutto fuoriesce dai tombini e dai tubi. Chi vive in case carenti o problematiche, deve lottare con l'acqua che entra da tutte le parti, dal soffitto, dagli spifferi....anche qua non si scherza!
Chi vive per strada deve cercare soluzioni che possano garantire un posticino che permetta al proprio cartone di rimanere asciutto, ma quando piove così forte, così forte, mi chiedo quale posto può essere adatto? 







domenica 10 novembre 2019

S. Joaquim

Mercoledì pomeriggio, come tutti i mercoledì, si va al mercato di S. Joaquim per la catação, ossia si va chiedere se ci sono verdure che scartano e non usano più, per preparare la famosa zuppa del giovedì sera, quando accogliamo le persone di strada seguite dal progetto Levanta te e Anda. Per la prima volta ho cercato del cibo dentro un sacco di immondizia, con dentro delle verdure scartate, che la proprietaria di un baracchino stava buttando via e mi ha invitato a prendere. 
C'era di tutto dentro quel sacco, non solo verdure! 
Mettere la mano in una mistura di immondizia, cercando di recuperare il possibile, mi ha fatto un certo effetto e ho pensato a tutte quelle persone che lo fanno tutti i giorni, in qualsiasi parte del mondo. Mi ricordo che anche a Bologna, incontravo persone anziane che rovistavano nei bidoni di immondizia vicino ai supermercati. Quando dico che è importante saper rovesciare i ruoli e capire quello che si vive dall'altra parte, quello che non prendiamo in considerazione o che non conosciamo o che giudichiamo frettolosamente o che non vediamo... forse possiamo imparare a capire.
Ora sono io che rovisto negli scarti, che vado a chiedere alle persone se è avanzato qualcosa per preparare la zuppa. Mostro sempre una certa timidezza quando lo faccio, ma imparo una grande lezione di umiltà.
 Da quel sacco sono riuscita a recuperare dei peperoni verdi, ancora buoni.
Se prima alcuni venditori, mi "sorridevano" in faccia chiedendomi se avevo soldi (noi bianchi europei, per alcune mentalità, siamo sempre portatori di soldi...incarniamo euro che camminano), ora, che mi stanno conoscendo, mi apprezzano e mettono da parte qualche cosa per la nostra catação!! 
Sono sempre i piccoli passi che aprono la strada. Se mi fossi arresa, se mi fossi rifiutata di partecipare al nostro abituale appuntamento del mercoledì, se avessi risposto con arroganza a tutte le volte che mi avevano deriso, non avrei costruito nessun cammino e nessun riconoscimento. Quando cerchiamo le verdure valutiamo bene cosa recuperare, cosa prendere e cosa scartare. Per es. I'ultima volta Cosme ha recuperato un sacco pieno di cipolle, solo che il sacco era pieno di cipolle marce e di scarafaggi. Non vi dico l'odore e cosa ne è uscito fuori. Nossa Senhora!!! Io non ho simpatia per questi "simpatici" insetti e tutte le volte che li vedo devo trattenermi da urli o urletti isterici, così come quel giorno che me li son vista  camminare sui piedi, con le loro zampette solleticanti. 
Ma sono stata brava nel mio autocontrollo.
Ebbene, quel sacco di cipolle con i suoi allegri abitanti è rimasto là.
E come dico sempre, non siamo immondizia e a tutto c'è un limite e una dignità.
Una cosa che mi fa imbestialire, in generale, è quando donano cose usate sporche o rotte a chi ne ha bisogno, dimenticando che le donano a persone, la gente non è rifiuto o scarto, anche se si trova in situazione di povertà o di estremo bisogno. Diamo sempre dignità e rispetto a chi doniamo, penso che a nessuno piacerebbe ricevere cose sporche o qualcosa che non presta. Il famoso detto "non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te" credo che sia un principio sacro santo. Essere dall'altra parte, come dicevo sopra, aiuta a capire, ad aprire gli occhi e a conoscere alcuni significati e ingiustizie della vita e forse ad cambiare le nostre azioni.

La fiera di S. Joaquim è un mercato particolare, stile africano, con molte bancarelle di legno arrangiate in qualche modo e tantissimi prodotti di verdura, frutta, erbe e spezie, bancarelle di artigianato e curiosi oggetti del Candomblè (religione Afro discendente). Ci sono anche bancarelle di carne, non dentro frigoriferi, ma esposta fuori così com'è, carne secca o frattaglie. Ce ne è una in particolare che mi impressiona tantissimo, perché sono esposte zampe di mucca e intestini o qualcosa del genere. Anche gli odori sono molto forti, in particolare delle spezie e di erbe usate nella cucina bahiana. Ci sono dei punti del mercato dove si trovano bocche di fumo, zone di spaccio e uso di droga e può capitare qualche regolamento di conti a cielo aperto. Ebbene sì, il mercato di S. Joaquim è un luogo molto, molto particolare, dove si può trovare di tutto! Ma vale la pena conoscerlo, è uno spaccato di vita con le sue particolarità.
Comunque la zuppa del giovedì sera è sempre un gran successone, non solo perché la fame aiuta ad aprire la pancia, ma perchè la cara Luzia, la prepara con un segreto che è fatto di pazienza, dedizione, cura e responsabilità. Ed è buonissima! Ed è un lavoro di equipe, di chi al mercoledì pomeriggio (come me e gli altri) va al mercato per cercare le verdure, chi il giovedì mattina le pulisce e le lava e chi le cucina (Luzia)...è un lavoro di squadra! è un lavoro di comunità!!

 Venerdì pomeriggio ci sono passata in bicicletta al mercato di S.Joaquim, cercando tra le bancarelle un lucchetto per chiudere il mio armadio (tutti noi utilizziamo dei lucchetti per chiudere gli armadietti in Chiesa) e mentre parlavo con un tizio, mi sono sentita chiamare di spalle. Era un ragazzo, che non ricordavo di vista, che mi ha fermato per dirmi che c'erano delle carote che potevo prendere. Io non ricordavo lui, ma lui si ricordava di me e di tutti i  mercoledì che passiamo per la catação. La gringa  (io) sta iniziando a farsi conoscere e ad essere conosciuta!!Stare in un posto significa soprattutto viverlo, esserci, con le persone, nei luoghi, nelle azioni. Significa entrarci dentro per capirlo, per toccarlo, per respirarlo, per imparare a muoversi e ad entrare in relazione. E' così che sto vivendo in questi mesi...sto vivendo a 360 gradi con tutta me stessa, con i miei occhi per vedere, con le mie gambe per camminare, con le mie orecchie per ascoltare, con la mia testa per capire, con il mio cuore per sentire. E in questo esserci sto trascurando questo blog, perchè sono più indaffarata a vivere che non a scrivere, a parlare con gli altri e ad esserci che non a ritagliarmi del tempo con il PC. Mi sto accorgendo che la mia opzione del tempo è più rivolta a stare con gli Altri, anche nei silenzi, ma continuando ad Esserci e mi sento bene così. In più c'è il fatto che non avendo una stanza, un posto privato dove potermi chiudere tra me e me, tutto diventa difficile. Qui come dicevo prima si sta con gli altri e gli altri sono sempre intorno a te. 

P.S oltre a camminare, sto usando la bici!! Bellissimo conoscere Salvador con le due ruote, amo andare in bicicletta, l'ho sempre usata anche a Bologna. C'è da dire che c'è un traffico pazzesco, molto intenso e spericolato...o forse sono spericolata io che mi avventuro in posti che non conosco, ma usare la bici mi da una sensazione di libertà e indipendenza, che tutto ripaga (traffico, strade, ecc..).
I love Salvador.