Riprendo a
scrivere dopo tre mesi.
Mi faccio
coraggio e cerco di aiutare le parole a prendere forma, sopra una pagina
bianca, che mi obbliga ad uscire da una latitanza temporale, che ha lasciato i
lettori di questo mio blog, pochi, ma buoni, in attesa di ritornare a leggere
“A piedi nudi!”
Le attività
stanno andando avanti. Procede il rinforzo scolastico per i bambini, abbiamo
accolto due nuove bimbe, Yanna e Aylla.
Yanna ha un
problema ad una gamba che non le permette di camminare bene, questo è motivo per
lei di tristezza e insicurezza. Ogni volta che deve affrontare la salita che la
conduce ai gradini della scalinata, per arrivare a casa, è una fatica immensa. Mi fa tenerezza vedere trascinare il suo
corpo, già appesantito dai chili che le tolgono il fiato e da una gamba che è
completamente piegata e segnata da una grande cicatrice. Quando mi ha detto che
voleva partecipare al corso di artigianato, perché è bravissima con ago e filo,
ho voluto fortemente che ne facesse parte, non importa se ci sono solo donne
adulte, per lei fare qualcosa che la rende occupata per alcune ore e che possa
aiutarla a tirare fuori creatività e fantasia è importante. Così il giovedì
viene al corso e il lunedì, martedì e mercoledì al rinforzo scolastico.
Aylla,
invece, ha 8 anni e ancora non sa leggere e scrivere. A mala pena ricorda le
lettere dell’alfabeto!
È vero che
sono due anni che la scuola è chiusa, ma prima…? Cosa è successo che non si
ricorda più l’alfabeto?? Come già ho raccontato, sono bambini che non hanno
nessuna guida a casa, non sono seguiti e aiutati, in particolare
nell’educazione scolastica. La maggior parte del tempo la passano davanti la
tv, il cellullare o bighellonando per strada. Sono tanti i bambini in queste
condizioni, con una gran fatica nel ricordarsi le cose o con poca voglia di
rimettersi sui libri. Io stessa devo penare per fare un ora e mezza piena di
studio con loro, perché la voglia di giocare e scherzare scalpita dopo quei 10
minuti di inizio lezione. Ma sono troppo indietro e dobbiamo tentare di recuperare
un po’. Una cosa che mi ha lasciato basita è che i bambini passano di anno in
anno a scuola e nei livelli successivi, anche senza sapere bene le cose. Così
vanno avanti con lacune che rimangono vuote e senza base. Per arrivare ad un
diploma che fa acqua da tutte le parti e che non permette, poi, di passare il
test per accedere all’Università.
La scuola
pubblica è proprio un disastro, ma è quella che le classi povere o con
difficoltà possono permettersi, continuando una catena che ghettizza, esclude e
permette al potere delle classi più forti e benestanti di continuare ad
esercitare la propria prepotenza e autorità. È un sistema che premia i più
forti e punisce i più deboli, aumentando i divari sociali e territoriali. Chi è favela continui ad essere favela! Perché
è così che si vuole qua!
Quando
succede, poi, che il figlio di un lavoratore di classe povera, nero e favelão,
riesce a laurearsi, ecco che scatta la notizia sui giornali, sui social, come
se fosse una cosa rara e speciale, mentre dovrebbe essere un diritto di tutti
studiare, laurearsi e non una cosa per pochi o per chi ne ha le possibilità.
La
situazione Covid sta migliorando, il numero dei morti sta diminuendo, anche se
continuano i contagi. Le vaccinazioni stanno aumentando e diversi stati
brasiliani hanno accelerato la distribuzione dei vaccini. Poi c’è tutto un
altro mondo parallelo, fatto di corruzione, lucro e vaccini scaduti che vengono
somministrati. Non si riesce mai ad uscire da questo orrore che il sistema, gli
interessi privati, l’egoismo, la non curanza, crea!
Io ho ricevuto
la prima dose del vaccino, Astrazeneca. In agosto farò la seconda, fino ad allora,
speriamo di cavarmela, anche perché ho iniziato a non rispettare più le
distanze sociali. Mi approssimo molto ai
bambini, non riesco ad essere distante e mi lascio toccare da loro, prendo
l’autobus, quando prima andavo solo di Uber e mi siedo accanto alle persone. A
dire il vero, le distanze sociali, in particolare nelle periferie, non hanno
mai funzionato bene. Mi ricordo che tempo fa, nel periodo “caldo” della
pandemia, quando andavo a fare la spesa, mi ritrovavo spalla a spalla, con chi
faceva la fila per pagare alla cassa. All’inizio
mi preoccupavo e mi infastidiva questa cosa, ora vivo con meno paranoia,
cercando sempre, però di stare attenta. Sarà che il vaccino ha rasserenato un po’
tutti, innalzandolo come baluardo della “speranza”. Al contrario, la mascherina
è diventata la mia inseparabile compagna. A dire il vero non la sto sopportando
più, ma so che è meglio continuare ad usarla. Il mondo senza mascherina mi
sembra un pallido ricordo, questi due anni di pandemia hanno segnato molto, un
iniezione di cambiamenti, riflessioni, gesti, ansie, che hanno rivoluzionato la
nostra quotidianità. Io spero che tutto questo abbia insegnato qualcosa e soprattutto a capire come le piccole cose della vita sono le più
grandi e più significative. Le ignoriamo così tanto che poi ne sentiamo una
gran nostalgia e un gran bisogno di riappropriarcene di nuovo, ma con il giusto
riconoscimento e la bellezza del loro valore.
Sto
programmando di far partire il corso di karatè per bambini.
Dopo i due
gruppi manicure, uno per le adolescenti e uno per le donne, dopo il corso di
artigianato e di Zumba, tutti ancora attivi e operanti, ecco in programma
karatè per i bimbi e preadolescenti. Come sempre
con le solite modalità, piccoli gruppi e uso di maschera. Devo dire che in 6 mesi sono riuscita a creare
5 gruppi, con pandemia di mezzo, fatta di pause, attese e limitazioni.
Zumba sta
funzionando alla grande! È molto amata e si è creato un gruppo whatsapp dei
partecipanti. Tutte donne e molto animate. Da energia, migliora l’autostima,
aiuta a gasarsi. Ma non è un gasamento che ti monta la testa, al contrario, è un
gasamento che porta ad iniziare a prenderti cura di te, del tuo corpo, della
tua salute e ad iniziare ad “amarti”. Molte donne del bairro, come avevo già
scritto, soffrono di depressione, hanno una bassa autostima, un matrimonio
fatto di tradimenti, di asimmetrie relazionali, dove l’uomo comanda e la donna
“ubbidisce”. Tutto porta a trascurarsi, a non amarsi e ad una passiva
accettazione delle cose. Zumba, che in apparenza potrebbe sembrare una cosa
frivola, in realtà ha un valore terapeutico e di aggregazione. È danza,
movimento e salute. L’istruttrice aiuta a dare, anche, consigli sulla
alimentazione, incoraggia molto queste donne, a prendersi cura di sé, a non
mollare di fronte a situazioni dure e difficili, che spesso hanno di fronte. È come
io mi guardo che mi do valore! Così sia!
Viva il
gruppo di Zumba!
In questi
giorni ci sono state sparatorie nel bairro. Viene chiamato di Brongo, ed è
conosciuto come un quartiere di pessima fama. Droga, sparatorie, criminalità.
Ci sono autisti di Uber che non vogliono entrarci dentro, perché derubati con
arma, puntata contro. È bruttissimo
sentire gli spari nella notte, sono forti e tanti. Ti lasciano inquietudine e
incertezza. Qui è zona di traffico di droga, di crimine organizzato, di guerra
tra gang. La polizia quando entra nel bairro, entra con i finestrini della
macchina tirati in basso e le armi puntate sulla strada, ad altezza uomo. Sembra
di stare in guerra, orribile! Quando nel buio della notte, senti tutti questi
spari, così vicini, con la paura di affacciarti alla finestra, senza sapere
cosa sta succedendo, immaginando corpi sull’asfalto e sangue, tornare a dormire
come se niente fosse, è difficile.
È una realtà
dura quella delle favelas, delle periferie, ti scuote dentro, per tanta
violenza e orrore in questa violenza. Non sono mai riuscita ad abituarmi, ne ad
accettare come se fosse normale, perché non deve essere normale. Altra cosa triste è che in Salvador ci sono
molti assalti, in particolare sugli autobus. Ragazzi giovani, armati, che
salgono sull’autobus e che nel mezzo della corsa tirano fuori l’arma e rubano
le persone.
Ora che ho
iniziato a riprendere l’autobus, ogni volta che ci salgo sopra mi chiedo se tutto
andrà bene.
Anche perché
sono stata derubata due volte….e non voglio pensare a quella frase che dice:
“Non c'è due senza tre!”.
F***!!!!!
Sono stata a trovare la Comunità Trindade, mi mancano e quando posso, vado a salutarli. Ho vissuto con loro un anno e mezzo, normale che batta la saudade e continuano ad essere per me, un punto di riferimento in questa Salvador che ancora devo esplorare, perché la pandemia ci ha messo del suo per bloccare questa "conoscenza", anche se devo dire che vivere fuori dalla Trindade mi ha permesso di conoscere di più la realtà bahiana e quella delle sue periferie, fatte di ferite, cicatrici, demoni, angeli e di una umanità complessa e straordinaria. Di sicuro i miei occhi hanno imparato a cogliere nuovi sguardi e dettagli che appartengono al libro della Vita. Tutto ha il suo peso, ma tutto ha una sua meraviglia.
La Trindade ha avuto casi di Covid, ma fortunatamente nessuno é stato ospedalizzato o in pericolo, questo perché tutti vaccinati.
Il vaccino aiuta! C'é sdegno da parte di molti brasiliani, me compresa, per come questo paese o meglio la politica di questo paese, non ha saputo affrontare la questione pandemia, rallentando l'uso del vaccino. Il Brasile ha molti morti sulle spalle, morti che forse potevano essere evitati con una vaccinazione. Il 2022 sarà l'anno di nuove elezioni presidenziali e forse di un cambiamento!
Zumba!
| Attività di rinforzo scolastico
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Mi sono molto affezionata a questi bimbi e spero di essere una piccola goccia d'acqua nelle loro vite, che possa aiutare a far germogliare!
Corso di manicure
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Yanna |
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corso di artigianato |