lunedì 1 giugno 2020

Diego e Marcio

Diego e Marzio...Diego di 24 anni e Marzio di 39 anni.
Sono le due persone che hanno deciso di uscire dalla Comunità e di ritornare per strada. Lo hanno fatto in momenti diversi, separati e in un modo completamente differente, in un tempo che è difficile e rischioso per tutti, il tempo del Coronavirus!  Tornare per strada, adesso, con una pandemia che ha portato al decesso di 28.872 persone qui in Brasile, con un impennata che vede una freccia salire sempre più su, più su....è da pazzi!
Ma la droga ti porta a questa pazzia, ti porta a pensare che la strada sia il luogo della libertà, dove vuoi tornare libero, senza padroni, regole, responsabilità, se non quella di rimanere in vita, fregandotene dei pericoli e della morte.
Di Diego un pò me lo aspettavo, troppo carico di incoscienza e immaturità, troppo dentro in questo desiderio di libertà, troppo giovane e chiuso nel suo egoismo per riuscire a darsi una possibilità. Me lo ripeteva spesso che voleva andare via, che non stava bene qui, che per lui non c'era nessuna dipendenza con la droga, che sapeva essere padrone delle sue scelte e ha scelto! Una mattina ha chiesto di riavere le sue cose e ha salutato scendendo i gradini di un luogo che poteva essere una speranza. Quella mattina credevo che scherzasse, come suo solito, con quella ironia che non riuscivo mai a distinguere tra verità e finzione. 
Mi è dispiaciuto, perché per 5 mesi l'ho seguito con i suoi alti e bassi, raccogliendo la sua rabbia e la sua voglia di cambiare, scherzando e ridendo, discutendo e incontrando pace. Ci credevo in un suo recupero, ci credevo che ce l'avrebbe fatta, che avrebbe resistito a questo tempo di quarantena, soffocante per tutti, ma ha scelto altro.
Marzio è stata invece una sorpresa. E' da febbraio che viveva alla Trindade do Mar, all'isola di Itaparica. E' stato là il suo cambiamento, il suo ritorno alla droga e all'abbandono della piccola comunità e lo ha fatto in un modo violento, minacciando e tentando di ferire una persona. Appena ha ricevuto i soldi, da parte del governo, per il sussidio di disoccupazione in questo periodo di emergenza, è andato subito a spenderli in crack, che aveva abbandonato da tempo e che sembrava una storia che voleva lasciarsi alle spalle. Sembrava sincero...sembrava. Sarà che forse sono ancora molto ingenua nel decifrare e leggere le storie e le ferite delle persone di strada, saper riconoscere le verità dalle bugie, le fantasie e le invenzioni, le prese in giro e le false promesse, che mirano ad altri scopi. Sono persone con  caratteri forti, duri, grezzi, che ti fregano quando vogliono  (da qui la mia ingenuità), ma nascondono storie complicate, dolorose, ingombranti, difficili e la strada con il suo manto di cemento indurisce un cuore spezzato e disorientato. Chi da tempo convive con queste storie mi sta aiutando a percepire quello che esiste al di là delle apparenze e del non detto. Così come Diego e Marzio, quello che in apparenza sembrava andar bene, in realtà ha rivelato l'opposto e io non me ne ero accorta. Così come le mie mani si stanno riempiendo di calli per via del lavoro giornaliero (lavare, spazzare, lavoro con artigianato, aiutare nelle cose pratiche...) così, forse, anche il mio cuore imparerà ad avere qualche callo interiore e saper accettare le scelte degli altri, senza starci male, saperle accettare e riconoscerle. 
Dico sempre che bisogna entrare in punta di piede nelle vite degli altri, un modo per entrarci con delicatezza è il non giudicarle. Tendenzialmente lo facciamo sempre, ma se non riusciamo ad eliminare il giudizio, possiamo metterlo da parte, senza per forza gridarlo a gran voce, silenziarlo e gradualmente cambiarlo, prima che ferisca, prima che sbagli, prima che condanni. 




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