Ci sono morti che ti scuotono dentro e che creano un vuoto importante, in particolare di persone che credevi fossero eterne, perché eterne sono le loro parole, eterna sarà la loro storia, eterna la loro testimonianza, eterno quello spirito di forza e coraggio che ha condotto i loro passi, sorretti da una fede fatta di un Dio che si fa carne e ossa, incontrato nei volti della povera gente, in una causa di giustizia e dignità. Così è stata la morte di dom Pedro Casaldaliga, un perdita che non lascia indifferenti. Era malato da tempo dom Pedro, con i suoi 92 anni racchiusi in un piccolo corpo, ormai curvo e fragile. Il suo esempio di vita è stato faro per chi crede in un Vangelo che si fa azione tra la polvere della storia. Il mio ricordo, di lui, risale al 2016, quando ho partecipato alla Romaria dos Martires, nel Mato Grosso, dove si evocano tutte quelle persone, uomini e donne, che hanno donato la vita in difesa dei campesinos, dei popoli indigeni, in difesa della terra, che non si compra e non si vende per fini egoistici e di potere, ma la si rispetta, la si cura, la si protegge, così come le persone che la abitano con riguardo. Dom Pedro ha lottato senza esitazioni, nonostante le minacce di morte, perché credeva nel valore della vita. Un vescovo che si è fatto piccolo per amore della gente, nella sua umile e grande semplicità che lo caratterizzava. Non c'è pace senza giustizia, non c'è giustizia senza pace. Quando non hai casa, lavoro, quando cerchi tra i rifiuti gli scarti di un cibo consumato con indifferenza da altri, quando il tuo letto è un cartone, la tua terra è rubata, devastata per fini economici, che arricchiscono le tasche di pochi e aumentano la miseria di molti, quando il tuo diritto alla salute, all'istruzione è negato, quando si vive in false democrazie con echi di dittature nostalgiche, che richiamano al culto della violenza, quando la sacralità della vita si trasforma in cenere....è allora, che quelle ceneri ritornano fuoco nei cuori di chi lotta contro tutto questo. Dom Pedro ce lo ha insegnato con la sua vita, insieme a tanti altri nella storia. Posso solo dire grazie per le loro vite, grazie per i loro passi, che per me sono impronte da seguire lungo il cammino e portano luce nel buio della stanchezza e della rassegnazione. A noi, uomini e donne di buona volontà, di non permettere che il loro testamento si annulli in un quieto vivere dei giorni, come se niente fosse, al contrario che bruci nel nostro petto con quella passione che dirige il nostro canto e che grida forte: la Vita, prima di tutto .
Grazie dom Pedro!
Amen, Axè, Awiri, Alleluia
La Pace inquieta
"Dacci Signore quella Pace inquieta
che denuncia la Pace dei cimiteri
e la Pace dei guadagni facili.
Donaci la Pace che lotta per la pace!
La Pace che ci scuote con l'urgenza del Regno.
La Pace che ci invade e ci toglie, con il vento dello Spirito
l'abitudine e la paura,
la tranquillità di chi è sempre in vacanza
e la preghiera di chi scappa.
La Pace delle armi spezzate, nella sconfitta delle armi.
La Pace del pane della fame di giustizia
La Pace della libertà conquistata
La pace che si fa "nostra"
senza fili spinati ne frontiere.
La Pace che è Shalom e Salaam,
perdono, ritorno ed abbraccio.
Donaci la tua Pace,
questa pace emarginata che balbetta a Betlemme
agonizza sulla Croce
e trionfa nella Pasqua.
Donaci Signore quella Pace inquieta
che non ci lascia mai pace."
Pedro Casaldaliga,
vescovo, profeta, poeta.
croce mosaico realizzata da me
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