Ma sono certa che tu hai una bella storia per me, raccontami cosa ti porta qui, le vittorie e le sconfitte, gli incontri che hanno fatto la differenza nella tua vita. Io amo ascoltare tutto ciò, perché ascoltandoti mi accorgerò, che tutto il tuo vivere per quanto molto lontano, se non lontanissimo dal mio sarà accomunato dalle stesse emozioni, dagli stessi sentimenti e dallo stesso identico battito del cuore.
Non c’è sofferenza o gioia che non ci riguardi tutti indistintamente.
Siamo tutti in rete e se si è, anche solo leggermente sensibili, lo si sente."
(cit.)
E' una citazione che ho trovato e che mi è piaciuta molto.
Uno tra i verbi che ritengo più importanti nella vita delle persone è il verbo Ascoltare, perchè nell'ascolto io accolgo l'Altro. C'è differenza tra sentire e ascoltare. L'ascolto è un dono, una pratica, che non tutti sono capaci di mettere in atto. Tutti sentiamo, ma in pochi ascoltiamo. L'Ascolto richiede attenzione, tempo, predisposizione, spazio, cura, silenzio.
Non è facile raccontare quando le ferite sono profonde, quando i ricordi richiamano alla memoria cicatrici con radici ben radicalizzate nel dolore.
In Comunità bisogna cercare di saper costruire questo dono, imparare ad Ascoltare.
Ascoltare l'Altro nei suoi bisogni, nelle sue problematicità, nei suoi atteggiamenti, nei suoi scazzi, nei suoi perché, nelle sue storie.
Ascoltare per saper andare al di là dei nostri egoismi e saper vedere, ancora prima di giudicare. L'attenzione è uno sguardo bellissimo. Altra frase che fa parte del mio dizionario interiore.
Vivere in Comunità ti aiuta a decentrarti, a spostarti, perchè anche spostarsi è importante.
Ci sono momenti che che sono faticosi, che rimandano al bisogno di essere soli, di essere io e basta. Credo che siano legittimi, normali e a volte sono anche necessari, ma...perché c'è sempre un ma...non devono assolutizzare il nostro modo di pensare e di vivere. Come dico sempre bisogna imparare a fare spazio, aprire i nostri armadi mentali ed emotivi e saper creare spazio per l'altro, perchè di spazio ne abbiamo, sappiamo crearlo. Quando lo limitiamo, ci limitiamo e limitiamo la nostra vita, mettendola alla mercé delle nostre piccolezze. Nell'incontro con l'Altro impariamo a crescere, a costruirci come persone, ad espanderci in un evoluzione che porta a migliorarci.
Padre Alex Zanotelli, comboniano, nei suoi incontri diceva sempre:" Io sono le persone che ho incontrato".
Mi nutro nelle storie dell'Altro, mi formo, mi cambio, mi sposto, cresco, conosco, imparo, sento, mi trasformo, accarezzo la vita nelle sue varie forme e nei suoi sentieri.
Non c'è cosa più bella che saper condividere con gli altri. La solitudine fa anche bene, ma in piccole dosi e nei suoi spazi. Quando mi allontano dalla Comunità, ne sento la mancanza. Sento la mancanza dei suoi momenti di vita e quando qualcuno manca ne sento sempre la mancanza. Questo perché la presenza di ognuno è importante, fa parte di quel tassello che compone il disegno. Una delle frasi, per me, più belle e quando mi dicono: "ho sentito la tua mancanza". Questo mi fa capire di quanto importante è essere presenza, in particolare in comunità. Essere presenza é anche essere testimonianza, con i tuoi gesti, con il tuo modo di fare, con il tuo servizio, con la tua capacità di Ascoltare, con la tua condivisione.
Essere presenza è quel "ci sono", "sono qui", "sono accanto a te".
Molte solitudini, abbandoni, sia fisici che interiori, hanno portato sulla strada molte persone. Nelle storie di alcuni accolti ritrovo le radici di queste ferite, così come la loro rinascita che avviene in un luogo di relazione, dove la presenza dell'Altro, degli Altri è importante. Sì, non è facile vivere in comunità e in particolare in comunità con persone ben "toste ", ma è una ricchezza, una crescita, un valore, che è meraviglia, che è cammino, che è vita e che adesso non posso più farne a meno...
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