domenica 8 settembre 2019

7 Settembre

Ogni anno, il 7 di Settembre, in concomitanza con la festa di indipendenza del Brasile, si celebra la manifestazione del GRIDO DEGLI ESCLUSI, di chi, purtroppo, non ha raggiunto l'indipendenza da fame, povertà, esclusione, pregiudizio, ingiustizia.
Il grido degli esclusi è una manifestazione popolare che conta sull'appoggio del settore della pastorale sociale della conferenza episcopale brasiliana e di movimenti e organizzazioni impegnati nella promozione della giustizia, difesa della vita, uguaglianza, rispetto dei diritti umani.
Oggi più che mai è diventata una giornata di denuncia non solo sociale, ma anche politica, contro un sistema che uccide, persone, cultura, sapere, scienza, previdenza e contro chi questo sistema lo difende e lo ingrassa. Rimango sul generale, senza fare nomi, senza specificare chi andrebbe sottolineato con un evidenziatore fosforescente, che metta in luce l'identità di chi antepone i propri interessi e quelli economici e di chi gli ruota intorno. Non posso fare nomi, mi hanno consigliato che è meglio di no e accetto il consiglio, ma questo non mi porta a non esprimere la mia opinione e a non schierarmi dalla parte di chi è sfruttato, abbandonato e di chi difende la democrazia e i valori di una Costituzione. Posso essere in Italia, posso essere in altri paesi, ma ho sempre ben chiaro da che parte stare, l'ho scelto anche nella mia vita quotidiana.
Le periferie del mondo pullulano di ingiustizie sociali, create da un sistema che ruba i sogni, che crea povertà, che prolifera società elitarie e selettive: sei dentro se sei bianco, ricco e istruito...con una istruzione, forse, comprata.
Il Grido degli Esclusi pone l'accento, anche, verso una forma di comunicazione da parte dei mass media che opacizza la realtà, dando una lettura distorta delle cose o forse non dando nessuna lettura, se non quella delle telenovelas e cronaca rosa.
"Se sei povero è colpa tua...sei nato sfortunato...non hai opzioni se non quella di vivere nella tua baracca...se sei povero hai più percentuali di essere un vagabondo o un buono a nulla..."
Questo passa, un accettare la propria condizione come inevitabile destino di vita, senza avere il diritto di metterla in discussione. Si lascia la popolazione in una condizione di ignoranza non per un caso, perché il sapere può portare a criticità e a fare domande.
Nessuna domanda, taci e accetta quello che sei! Così palesemente e/o sottilmente viene "ordinato".
Ecco allora la necessità di gridare il proprio NO a questo sistema.
La Bibbia ci ricorda che Dio ascolta il grido del suo popolo e il Grido degli Esclusi si ascolta in America Latina come in tutta la terra, è un grido forte che esprime tutto il suo dolore e la sua lotta.
Il 7 settembre per me è una data importante e proprio per questo la mia voce si unisce a quella di tutte le persone che lottano per i propri diritti. Bisogna lanciarlo forte questo Grido, un urlo che possa arrivare fino ad ogni angolo della terra, perché nessuno possa essere escluso.
Condividendo la vita con le persone di strada non posso che toccare con mano una parte di mondo che vive nell'esclusione, toccare le ferite di un umanità sofferente e riconoscerle nella propria carne.
Fa male, ma allo stesso tempo nasce un emozione che porta ad indignarsi e a fare causa comune per creare quei germogli che possano far crescere un cambiamento verso il bene comune, un bene che genera vita e rispetta la vita.
Oggi più che mai non bisogna arrendersi alla stanchezza e al senso di impotenza che dilaga. Si è creata una sorta di indebolimento negli organismi e comunità di base, che sono in prima linea in questa lotta, con molti ostacoli che si sono aggiunti, ma mai perdere quel "fuoco" che tiene accesa la voglia di riscatto e di indignazione, mai. 
Sono tempi difficili, si, ma significativi e importanti, così come è importante esserci in questa storia e camminare a lato di chi quel grido lo urla forte ogni giorno. 





















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