mercoledì 4 settembre 2019

Ema Maribeu

Sono a quota tre!
Tre ospedali.
Quello di Irmã Dulce, S. Luzia, Alleclinic (non mi ricordo il nome, ma è un centro specializzato per gli occhi).
Ho accompagnato Lea e Costantino per gli ultimi due ospedali.
 Costantino deve fare un operazione alla cataratta, alla bellezza dei suoi 78 anni.
Non sa leggere e scrivere, non ha mai imparato e ha vissuto quasi trenta anni per strada.
E' uno dei primi accolti alla Trinidade e dei più anziani per età.
 Quando chiedono di firmare firmo io al suo posto, lo posso fare.
Metto per intero il mio nome Emma Maribel Chiolini con un calligrafia ben chiara che rimanda ad un suono straniero che accompagna. Ricordo che in Brasile le doppie non esistono, mi chiamano Ema e Chiolini viene letto come Sciolini, perché il CH ha il suono Sc, Maribel è letto come Maribeu, perché la L si pronuncia U, quindi ricapitolando io sarei: Ema Maribeu Sciolini.
"Emma con due M....CHI si pronuncia CHI..." ripeto spesso.
Ma ci sono già passata su questo e non è problema essere Emma o Ema! Sono, punto e basta!
Costantino alle visite si presenta sempre con i suoi pantaloni beige, che non arrivano alle caviglie e quando si siede si vedono i calzini scuri con marca sportiva  non identificata, le scarpe da tennis di qualche numero più grande, la camicia che esce fuori dalla felpa e una felpa che ha le macchie in posizione verticale, una dietro l'altra!
Mentre io, a volte, mi presento in infradito e felpa azzurra, sempre la stessa, un azzurro che ha ormai perso colore, tendente più al bianco che al colore originale. Perché la felpa? Perché l'aria condizionata nei luoghi pubblici in Brasile è micidiale. Sembra di stare dentro un freezer.
Non capisco questo amore incondizionato per una temperatura così fredda, anche quando non ce ne è bisogno, va bene quando viene caldo, anche se non sono un amante dell'aria condizionata, ma questi sbalzi di temperatura così eccessivi sono da tachipirina!!
Comunque, tornando alle mie visite, oggi io e Costantino abbiamo aspettato più di 5 ore per essere ricevuti dal medico che doveva verificare i risultati degli esami per marcare l'operazione alla cataratta. Forse cinque ore per alcuni sono poche, ma essere in fila alle 7 del mattino per poter essere ricevuti, con un desiderio di caffè e sonno arretrato, si insomma....si fa sentire, anche perché me la sono fatta tutta in piedi la fila, adocchiando le poltrone che si liberavano solo per far sedere Costantino. Il servizio pubblico ha file e attese interminabili, ma questo anche in Italia, giusto? Solo che ha un altro sguardo fare la fila qui, perché la mia attenzione è rivolta in particolare alle persone più svantaggiate, a quelle come Costantino che sanno a mala pena leggere, che si presentano in infradito (andare in infradito è delle classi più povere) e che hanno uno sguardo remissivo che sembra collocarli in un grado di inferiorità, perché è così che si sentono ed è così che vengono trattate.
C'è un certo razzismo sociale per le classi più povere, un trattare dall'alto in basso chi è più sfortunato, collocandolo ai margini, perché non idoneo, povero, analfabeta e facendolo sentire tale.
E' molto forte questa disparità ed è culturale. Così come c'è molto razzismo tra Nord e Sud del Brasile. Il Sud molto più avanzato economicamente e con infrastrutture migliori, critica e disprezza il Nord, più povero e arretrato, chi è del nordest viene spesso criticato e deriso: "Sono fannulloni, non valgono a niente", questo si dice. Era così anche in Italia, molto tempo fa, tra settentrione e meridione, adesso i meridionali sono stati sostituiti dagli immigrati, quello che non è stato sostituito è il razzismo e l'ignoranza, sempre più dilagante.
 C'è razzismo per il colore della pelle, per le origini di provenienza, essere indio o afrodiscendente. Il bianco e la classe borghese dominano e sono dominanti, anche se sono solo la minoranza. Si vivono queste disparità ogni giorno, si sentono, si toccano. Sono occhi che guardano con disprezzo, sono commenti che giudicano e feriscono, sono ingiustizie visibili e perpetuate e c'è, purtroppo, chi le accetta come condizione di vita, come "normale", ciò che, invece, è ingiusto e sbagliato. E' una bella lotta quotidiana che ti porta a dire ogni giorno: No, non ci sto!
Tornando a Costantino, siamo riusciti ad agendare l'operazione per il 27 settembre, ore 6.30 del mattino!! Indovinate chi ci andrà con lui? Ci sarà Ema Maribeu Sciolini...io o l'altra parte di me, perché a quell'ora, anzi alle 5.30, bisogna essere presenti un ora prima, hai ancora il sonno appiccicato ai capelli.
Ma sono qui per questo, per esserci e stare con le persone, è il mio servizio, la mia scelta e lo faccio con piacere e sempre con il sorriso nel cuore, veramente.
Emma Maribel Chiolini: presente!

...settimana prossima ho in agenda altre visite mediche, con Haile e Valglenio e soprattutto un altro ospedale e sarò a quota 4!!



Costantino





Nessun commento:

Posta un commento